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I NOSTRI SERVIZI

  • Visita specialistica Gastroenterologica
  • Endoscopia diagnostica e operativa in sedazione 
  • Polipectomie - Mucosectomie 
  • CPRE operativa per vie biliari e pancreas 
  • Ecoendoscopia diagnostica ed operativa 
  • Videocapsula 
  • Fisiopatologia digestiva (PH e Impedenziometria h24, Manometria ad alta risoluzione) 
  • Breath Test Urea per HP e H2 per Lattosio, Glucosio, Lattulosio, Fruttosio e Sorbitolo
  • Idrocolonterapia  
  • Ecografia addominale superiore ed inferiore 
  • Ecografia anse intestinali 
  • Ecografia endorettale ed endoanale 
  • Proctologia
videocapsula
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ECOENDOSCOPIA - EUS​

VIDEOCAPSULA

L’ecografia endoscopica (EUS) effettua una ecografia ad alta risoluzione della parete del tubo digerente (esofago, stomaco, duodeno, retto) e delle strutture adiacenti ad esso (mediastino, pancreas, vie biliari) mediante l’utilizzo di un endoscopio digestivo alla cui estremità è stato applicato un piccolo trasduttore ecografico.
Gli strumenti di ultima generazione, a scansione settoriale, permettono anche di effettuare agoaspirazioni eco-guidate (FNA) per eseguire un esame citologico, biochimico o immunoistochimico delle lesioni visualizzate. Dal 1980, anno in cui il primo strumento fu ideato e costruito, la pubblicazione di centinaia di lavori scientifici ha dimostrato l’accuratezza, il favorevole impatto clinico e la sicurezza di questa metodica. L’esame viene eseguito in via ambulatoriale ed ha durata variabile da 15 a 30 minuti; esso è ben tollerato grazie alla sedo-analgesia somministrata ed è gravato da poche complicanze; controindicazione relativa all’EUS è la gastroresezione.

L'endoscopia con videocapsula è utile per rilevare la presenza di sangue occulto nel tratto digerente e permette di indagare il tenue, un tratto dell'apparato digerente un tempo indagabile solo tramite la radiologia e l'intervento chirurgico. Nel corso dell’endoscopia con videocapsula il paziente ingerisce una capsula monouso a batteria che contiene una o due telecamere, una luce e un trasmettitore. Le immagini della mucosa intestinale vengono trasmesse a un ricevitore indossato sulla cintura o posizionato in una tasca del paziente. Vengono scattate migliaia di fotografie. La capsula viene espulsa con le feci dopo circa 12 ore e, in alcuni casi, il paziente non la nota nemmeno. Non deve essere recuperata e può essere smaltita nel water. Se il paziente non si accorge del passaggio della capsula, è possibile sottoporlo a radiografia o TC per verificarne l’eventuale persistenza nel tratto digerente. In casi rari rimane bloccata in questa regione e l’asportazione può richiedere una procedura endoscopica o chirurgica.​

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IDROCOLONTERAPIA

CPRE

La CPRE (colangiopancreatografiaretrograda endoscopica) è un tecnica endoscopica-radiologica mista utilizzata nella diagnosi e trattamento della patologia biliare e pancreatica. I dotti biliari sono piccoli canali all'interno del fegato che portano all'intestino la bile prodotta dal fegato durante i processi digestivi; i dotti pancreatici portano dal pancreas le secrezioni ricche di enzimi necessari per la digestione degli alimenti; i dotti biliari e pancreatici sboccano insieme nel duodeno attraverso un'apertura chiamata papilla (di Vater). ​

Le immagini radiologiche che si ottengono con questa tecnica sono di maggior qualità e più dettagliate di quanto è possibile ottenere con qualsiasi altra procedura. Attraverso la colangiografia e/o la pancreatografiale si indagano le cause di ostruzione (pietre, stenosi) o rottura (perdita) dei dotti biliari o pancreatici precedentemente sospettati dalla storia clinica o già riconosciuti da altri test di immagine. 
Una volta confermata la presenza di patologia duttale, CPRE consente quasi sempre il suo trattamento: estrazione di pietre o inserimento di protesi attraverso la stenosi o il punto di fuga. 

L'idrocolonterapia si sostituisce all'ussunzione di soluzioni lassative o all'uso di clisteri fino ad ora necessari per la preparazione ad indagini radiologiche endoscopiche ed ecografiche dell'intestino.

Questa pratica, infatti consente il lavaggio del tratto di intestino che si estende dall'ampolla rettale al cieco. 

Viene introdotta nel retto acqua depurata, filtrata e batteriologicamente pura, attraverso un sondino di plastica morbida e flessibile a due vie, favorendo la frammentazione, lo “scollamento” e l'eliminazione dei materiali fecali e prodotti di scarto intestinali.
 

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COLONSCOPIA VIRTUALE

COLONSCOPIA ROBOTICA

La colonscopia virtuale è un esame radiologico che consente di studiare le pareti del colon simulando la colonscopia strumentale.
Il suo scopo è di identificare lesioni tumorali del colon e dei polipi con dimensioni maggiori di 5mm (al di sotto di questa misura la loro potenzialità degenerativa maligna è praticamente assente mentre aumenta al crescere delle dimensioni) che successivamente possono essere asportate per via endoscopica dal gastroenterologo.
Il paziente, effettuata una semplice preparazione che lo impegna solo il pomeriggio precedente il giorno dell’appuntamento.
Il giorno dell’esame, indossata una tuta che lo copre completamente, viene invitato a sdraiarsi sul tavolo della TC (Tomografia Computerizzata). Segue quindi una procedura, non invasiva e sostanzialmente non dolorosa, che consiste in un clistere di anidride carbonica (Co2), pertanto meno irritante dell’aria ambiente, durante la quale si effettuano alcune scansioni TC a bassa dose.
Le pareti del colon vengono visualizzate ed elaborate con immagini TC tridimensionali e con una successiva animazione grafica (come quelle dei film realizzati al computer). Per questo non è possibile identificare stati di iperemia o sanguinamento della superficie mucosa del colon né eseguire ordinarie procedure microchirurgiche come, ad esempio, una polipectomia.
È possibile però valutare sempre tutto il colon ed evidenziare eventuali irregolarità della sua superficie o spessore delle pareti (come nel caso di polipi o tumori), le alterazioni della parete (come i diverticoli), le stenosi e le ostruzioni del lume.

La colonscopia robotica è un esame endoscopico che, al pari della colonscopia convenzionale, consente di esplorare il colon.

Il Colon è l’ultima parte del canale alimentare (che inizia con l’intestino “cieco” e termina nel retto e poi nell’ano).

L'esame avviene tramite l'utilizzo di uno colonscopio robotico e un sistema computerizzato che utilizza un cilindro in silicone completamente flessibile che può allungarsi ed accorciarsi grazie ad un sistema pneumatico ed è in grado di percorrere agevolmente tutto il tratto intestinale, riducendo la possibilità di complicanze poichè avendo una consistenza morbida si adatta meglio alla parete intestinale.

Questa caratteristica rende la procedura praticamente indolore per il paziente, evitando pertanto l’utilizzo di anestetici superficiali e/o profondi che rallentano notevolmente il suo recupero e ritorno alle normali attività lavorative. Lo strumento viene usato per singolo paziente ed è quindi monouso evitando tutti i rischi legati alla contaminazione.

La procedura può essere indicata in base dei sintomi del paziente quali diarrea cronica, stipsi di recente insorgenza, alterazione delle abitudini intestinali, sanguinamento gastrointestinale, calo ponderale significativo non spiegato,  anemia da carenza di ferro, malattie infiammatorie croniche,  oppure per alterazioni del colon retto. 

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