Secondo un recente studio, la Celiachia è in crescita, specialmente in alcune aree metropolitane e sta sfiorando il 2% della popolazione, portando il numero complessivo dei casi vicino al milione. Solo il 20%, però, ne è consapevole: in media la diagnosi arriva sei anni dopo i primi sintomi.
L'incremento dei casi non sembra giustificato dalle migliori tecnologie diagnostiche, ma più che altro legato a fattori ambientali.
La Malattia Celiaca (o Celiachia) è una infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.
Oltre ai sintomi riconducibili alla forma più classica della malattia, quelli legati al malassorbimento quali diarrea, crampi addominali e scarso accrescimento, è bene stare attenti a quelli atipici dei cosiddetti “pazienti camaleonte”: anemia da carenza di ferro, osteoporosi, debolezza muscolare, disturbi della fertilità, alterazioni della coagulazione, afte orali, alopecia, formicolio alle estremità e convulsioni.
Questi ultimi sono difficili da correlare subito alla patologia, facendo passare anche anni prima della corretta diagnosi.
I test specifici, sono sicuramente la strada migliore e più rapida da intraprendere al primo campanello d'allarme, per la Celiachia sono sufficienti dei comuni esami del sangue.
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